28 Dic

F) Verbale di polizia. Massimo 3900 bcs;

8 Risposte to “”

  1. anonimo 29 dicembre 2007 a 04:23 #

    Caso in oggetto: presunto abuso di patria potestà posto in essere e presumibilmente portato ad effetto ai danni della signorina Isabella Scalaspevici, di anni 17 e di sesso femminile. Chiamata a deporre il giorno 21 del mese corrente, la suddetta teste, nonché sedicente vittima di prevaricazione genitoriale, dichiara che nel lasso temporale 20 giugno 2007/20 luglio dell’anno medesimo, ha registrato difficoltà di interlocuzione con il signor Ludovico Scalaspevici, di anni 50 e di sesso maschile, nonché suo padre naturale. Alla domanda (“A chi abbisogna imputare l’origine causale dell’incomprensione familiare ivi specificatasi?”) dell’appuntato scelto Eustachio Menalenza, opportunamente chiamato ad adempiere la sua funzione investigativa, la signorina Isabella Scalaspevici risponde che le sopramenzionate complicazioni relazionali, sono sfociate in percosse lesive dell’incolumità fisica e morale, aventi per destinatario la sua persona. Trattandosi di affermazione grave con possibile rilievo penale, il già citato appuntato di cui sopra, tralascia la non pertinenza della risposta rispetto alla pur chiara domanda, e chiede alla teste di formulare nuovamente la sua dichiarazione. Visto che quest’ultima, in seguito a interpellanza perentoria rimane immutata, e visti gli articoli 23 comma 1, 24 comma 3, 213 comma 5 e 234 comma 7 del codice penale, viene richiesta la testimonianza di una seconda teste presente sul luogo dell’accaduto. Contattata con la massima celerità e urgenza attraverso l’apparecchio telefonico, la signorina Rosella Postorino, di anni 16 e di sesso femminile, arriva in stazione alle ore 17.23 minuti del medesimo giorno per rilasciare la sua versione dei fatti. Di seguito riportiamo la ricostruzione delle dichiarazioni emerse nel corso dell’interrogatorio alla suddetta teste. L’uomo chiamato in causa non sarebbe passibile di denuncia né tanto meno di condanna, in virtù del fatto che non avrebbe commesso alcun reato. Ovvero, secondo la testimone numero 2, vincolata da sentimento d’amicizia alla testimone numero 1, quest’ultima direbbe il falso a causa di uno screzio intercorso tra le due. Ovvero viene precisato che: avendo la signorina Rosella Postorino maturato un rapporto di cordialità improntato a stima reciproca con il signor Ludovico Scalaspevici, ciò avrebbe suscitato una volontà di rivalsa nella signorina Isabella Scalaspevici, sua figlia naturale, la quale mai avrebbe potuto godere di una benché minima dimostrazione d’affetto proveniente dalla figura genitoriale maschile. Essendo le due versioni dei fatti palesemente contrastanti e in mancanza di prove effettive che comprovino l’accaduto, non possiamo dare effetto ad alcuna misura cautelativa nei confronti del soggetto chiamato in causa. Ragion per cui ci rimettiamo a eventuali novità che dovessero sopravvenire nei prossimi giorni.

    salvatore

  2. anonimo 29 dicembre 2007 a 11:52 #

    In data 4 dicembre 2007 la signorina Ester Postorino dichiara alle autorità della Polizia di Stato quanto segue:
    in data 2 dicembre 2007 la signorina Ester Postorino si trovava presso l’abitazione della signorina Amanda Luccone, in via de’ Serpenti 18. Poiché rientrava in casa il signor Leonardo Luccone, genitore della signorina Amanda Luccone di cui sopra, la signorina Ester notava un mutamento nella normale serenità dell’amica Amanda Luccone, causato dai reiterati atti di severa autorità del signor Luccone ai danni della stessa. La signorina Ester Postorino si trovava a dover risolvere l’imbarazzo causato dal sopraggiunto silenzio dell’amica, con un atteggiamento manifestatamente disinvolto e privo di ossequio, volto a stabilire una comunicazione con il signor Leonardo Luccone. La signorina Ester Postorino esibiva in tale occasione, una quantità indefinita di anelli alle orecchie, capigliatura volutamente sciatta e scomposta, abiti informali e consunti. La signorina Ester notava che la provocatoria disinvoltura andava a incontrare il favore e la benevolenza del signor Leonardo Luccone, di contro alla reticenza verbale e al fare intimidito della signorina Amanda Luccone.
    Sara Trabalzi

  3. anonimo 29 dicembre 2007 a 12:52 #

    Oggetto: relazione di servizio.
    Al Signor Dirigente il commissariato
    -Sede-

    Il sottoscritto Assistente della Polizia di Stato PARENTE Massimiliano, comandato in servizio di Volante con turno 19,00-24,00, unitamente all’Assistente SPIRITO Critico, riferisce alla S.V. quanto segue:
    alle ore 20,20 circa, su disposizione della S.O. ci portavamo presso l’abitazione sita in via Neri Pozza in quanto ci era pervenuta da un anonimo la segnalazione telefonica di un tentato omicidio della Letteratura ad opera di POSTORINO Rosella.
    Giunti sul posto, veniva riferito dal sig. Lettore Qualunque che a tentare l’omicidio era stata la PROSA della POSTORINO Rosella, nell’atto di narrare una vicenda familiare ambientata in un paese anonimo di provincia negli anni ’90.
    Giova precisare che la POSTORINO era già nota a questi Uffici in quanto da tempo attiva nell’ambito dell’editoria romana e avendo la suddetta pubblicato alcuni racconti in antologie e un saggio dedicato a YOURCENAR Marguerite.
    La POSTORINO veniva immediatamente fermata dal sottoscritto giunto tempestivamente in loco, infatti al nostro arrivo la suddetta era seduta alla scrivania del suo appartamento sito in via Neri Pozza, occupata nella riscrittura e sistemazione delle seguenti dieci righe di testo, qui riportate e d’ora in avanti indicate come REPERTO A:
    Davanti a tuo padre caracollavi. Niente più disegni, parole, concetti, riflessioni. Di fronte a tuo padre le tue certezze barcollavano, non c’erano più Leopardi, Kafka, Conrad, non eri più il tema migliore, la migliore risposta. Non eri più niente, né la migliore, né niente. Eri una bestiolina intimidita, diventavi succube, subalterna. Misuravi le parole, ti mostravi servizievole. Vederti così sprigionava in me una voglia di rivalsa, oppure, siccome eri tu ad avere paura, io stavolta ero esonerata. Io non ne avevo affatto.
    E così iniziavo a raccontare, a distrarre insidiosamente tuo padre dal telegiornale, a costringerlo a rispondere alle mie domande. E così, nonostante i miei capelli scompigliati, i miei vestiti sdruciti e la fila di anelli di metallo alle mie orecchie, io, accanto a te, che stavi seduta come in un angolo, la felpa rossa sui Levi’s e le scarpe da ginnastica, i lobi vergini, la pelle candida, io, a differenza di te, ho iniziato a stargli simpatica.
    Immediatamente veniva effettuato un sopralluogo dell’intero appartamento ove sono stati ritrovati:
    REPERTO B: messaggi registrati nella segreteria telefonica dell’apparecchio allocato nell’appartamento nei quali cui i personaggi creati dalla penna della POSTORINO (Il Padre dell’Amica, La Madre dell’Amica, L’Amica e Ester) la insultavano pesantemente con parole qui non riferibili e la accusavano di aver rovinato la loro reputazione. Si precisa che Il Padre dell’Amica si dichiarava manipolato e leso nella propria individualità;
    REPERTO C: bozze in cui il personaggio L’Amica veniva descritto nel suo mutare atteggiamento in presenza del personaggio Il Padre dell’Amica a causa di un timore per rimproveri o rimbrotti da parte sua.
    A notare l’accaduto era stato anche il signor REPETTI Paolo, nato a Roma il *** ***, residente a Roma in via Stile Libero. REPETTI Paolo era intento a passeggiare con il suo cane Buck al guinzaglio in via Neri Pozza, e dichiara di aver udito i quattro (Il Padre dell’Amica, La Madre dell’Amica, L’Amica e Ester) minacciare con toni alti e accesi la POSTORINO di licenziarsi, di trovare un altro autore che li avrebbe lasciati esprimere senza costrizioni di sorta, che li avrebbe fatti parlare con la loro personale e individuale lingua e muovere in un mondo a tre dimensioni (sebbene sia noto a tutti che la Letteratura, vittima della vicenda, fortunatamente uscitane illesa, sia ben capace di dipanarsi in un numero Xn di piani spazio-temporali).
    La POSTORINO deve aver provato un sentimento di rivalsa in particolare nei confronti del Padre dell’Amica, impeto che ha trasferito al suo personaggio Ester, e poi le ha subitamente negato. Ester ha quindi iniziato a parlare col Padre dell’Amica con un atteggiamento amichevole e Il Padre dell’Amica provato simpatia per lei, nonostante egli abbia dichiarato che non approverebbe mai un abbigliamento simile a quello di Ester se a indossarlo fosse sua figlia, nota come L’Amica.
    Il rapporto tra i due personaggi Ester e L’Amica dunque si complicava.
    Veniva immediatamente avvisato l’Ispettore Capo POVERO Pubblico che si portava immediatamente sul posto. Successivamente giungeva il personale di Polizia Scientifica per effettuare i rilievi. La POSTORINO è stata fermata e trasportata nella Prigione di Stato “Anna Maria Ortese” ed è attualmente lì detenuta e sconta la pena di 199 anni (il numero quello delle pagine del suo libro) per il reato commesso.
    Il tutto si riferisce per dovere di ufficio.
    Firma

    benedetta

  4. anonimo 2 gennaio 2008 a 23:12 #

    Bene brigadiere, pronto è? Iniziamo.
    Nome. Signorina, il suo nome, mi ha sentito? Sì? Mi declini le generalità allora: nome, cognome indirizzo paternità eccetera, mi ha capito? Che fa, mi vuole fare arrabbiare? Guardi che io non sono suo padre signorina, mi ha capito?
    Bene brigadiere, scriva, allora: Nome, due punti, a domanda il teste non risponde; cognome, due punti, a domanda il teste non risponde; indirizzo, due punti, a domanda il teste non risp…, come sopra, brigadiere, può scrivere come sopra, ci esse; scriva ci punto esse punto, come sopra; faccia vedere…bene.
    Male anzi, signorina, male, iniziamo male; ma lo vuole capire che se continua così, dico, a fare scena muta, sarò costretto, sarebbe mio dovere anzi, finirla qui e passare tutte ‘ste carte al capitano? e poi io, allora, non posso fare più niente, mi spiego? Sia ragionevole e facciamola finita, cosa sarà mai…tanto, guardi, è già tutto scritto lì, sul verbale dico.
    Brigadiere, per cortesia, mi porti il verbale, santa pazienza che ci vuole oggi con i giovani.
    Sì, grazie brigadiere.
    Lo vede, qui ci sono tutte scritte ‘ste cose: nome cognome data di nascita indirizzo residenza paternità… Signorina senta, sia ragionevole, facciamo così: io glielo leggo tutto, poco alla volta, e lei ogni tanto mi dice si, o no se il caso; anche se, vede, qui c’è la sua firma: è la sua firma questa vero?
    Ancora si ostina ‘sta muta capra cinese. Brigadiere, mi faccia il favore, legga lei.
    “Il giorno cinque, il mese di settembre, l’anno millenov… – vada al sodo brigadiere, non se l’abbia a male, vada dove dice…mi faccia vedere…ecco… si rinveniva nella di lei abitazione il signor… eccetera eccetera…– no no avanti ancora – …dinanzi ad apparecchio televisivo marca…– questo non interessa, ecco qui – …il signor come dianzi identificato il quale… – è qui “…il quale dichiarava essere il proprietario dell’appartamento sito in via …eccetera… identificava le persone che seco lui si accompagnavano nella di lui figlia signorina… – ecco vede, che le dicevo, qui tutto c’è – … e nella di lei amica signorina… – va bene questo non c’interessa – A specifica domanda il signor… eccetera eccetera …dichiarava solere trascorrere le proprie serate in compagnia della figlia e della di lei amica; dichiarava che a causa del perturbamento dal quale era afflitta la di lui figlia preferiva vieppiù chiacchierare con la di lei amica; dichiarava che, nonostante l’abbigliamento trasandato tale da farla apparire come “hippi” o “pank” aveva cominciato a nutrire per lei una vera e propria “simpatia”; conferma quanto in precedenza reso e in fattispecie di non avere niente da dichiar… – brigadiere ma pank si scrive con la c o con la cappa? … niente… andiamo avanti – …da dichiarare circa l’ipotesi contestata; dichiarava… – ecco ci siamo – ….dichiarava che la responsabilità del comportamento antisociale della di lui figlia a suo giudizio stava nelle cattive frequentazioni coi personaggi come di seguito specificati: di tale Konrad Giosef, di tale Francesco Kfca, di tale Leopardi Giacomo. Dichiarava non avere nient’altro da aggiungere. Del che si redige il presente verbale che… eccetera eccetera, eccetera eccetera”. Ah, poi dice “…il sottoscritto appuntato Girolamo…eccetera… preso nota dei nominativi dei summenzionati ne avviava richiesta all’apposito casellario per gli accertamenti di competenza”. Firma e tutto.
    Ha visto signorina, tutto scritto c’è. Guardi, la voglio aiutare, collabori, perché le ripeto che se ‘sto fascicolo esce fuori da questa stanza io non ci posso più niente.
    Allora signorina, me li vuole dare lei gli indirizzi di questi suoi begli amici?

    Luigi Scaffidi

  5. cricetomannaro 4 gennaio 2008 a 22:04 #

    In data 4 dicembre 2007, alle ore 20.00, la giovane donna caracollava in seguito al barcollamento delle sue certezze.
    Non si è rilevato il possesso da parte della giovane di strumenti di difesa quali disegni, parole, concetti, riflessioni e non si è potuta confermare la sua identità neanche attraverso temi e risposte migliori. La vittima appare effettivamente priva d’identità. La donna manifesta inoltre chiari segnali di scompensi emotivi, vedasi: simulazione delle fattezze di una bestiolina intimidita e dichiarazioni di mantenere fedele sottomissione al padre. Tali manifestazioni sono state addotte dagli esami psichiatrici a sintomi di «paura, senso di inadeguatezza, nichilismo e intolleranza alle file di anelli di metallo sulle orecchie delle adolescenti».
    A seguito dell’interrogatorio all’amica della vittima, Ester, presente nel momento del delitto si è ricostruita la scena del crimine.
    L’interrogata ha confermato di essere testimone del momento precedente il caracollo. Conferma la sua vicinanza alla vittima che sedeva in un angolo intenta a misurare le parole su ordine del padre, e confessa di aver nutrito sentimenti di rivalsa nei suoi confronti nel momento in cui si è accorta che le certezze dell’amica stavano barcollando. L’interrogata ha confessato di aver provocato ripetutamente il padre dell’amica, che in quel momento si intratteneva davanti al telegiornale, attraverso racconti e domande insidiose, e di averlo sedotto grazie ad un abbigliamento e una pettinatura accuratamente scelti. Dichiara inoltre che è stato in quel momento che il padre ha manifestato simpatia per lei alludendo implicitamente all’inadeguatezza della felpa rossa e dei Levi’s della figlia, provocandone infine il caracollo.
    Si accusa il padre di caracollo volontario.
    Si accusa Ester per concorso di colpa.
    Si accusano i testimoni Giacomo Leopardi, Franz Kafka e Joseph Conrad per omissione di soccorso (questi ultimi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere se non in presenza dei rispettivi avvocati)
    Si rinvia il caso a giudizio.

    Laura Perilli

  6. anonimo 8 gennaio 2008 a 12:50 #

    In data odierna, alle ore 8:00, negli uffici della Questura di Roma, i sottoscritti Ufficiali in servizio presso il Reparto Prevenzione Crimine, danno atto di aver proceduto alle ore 20.11 circa di ieri, alla perquisizione dei locali della “Stanza di sopra” sita in via Postorino e al conseguente sequestro di materiale illegalmente custodito all’interno dei locali riconducibile ai disordini verificatisi in suddetto luogo nel corso delle manifestazioni “Anti-Papà” tenutasi ieri, e in particolare agli scontri violenti intrattenuti contro i proprietari dello stabile da parte di frange di giovani appartenenti ai gruppi c.d. “Figlie difficili”, e che, successivamente ad atti di resistenza attiva, sono stati tratti in arresto dalla Polizia Giudiziaria unitamente al sequestro di oggetti pertinenti al reato. L’attività si è resa necessaria perché si aveva il fondato motivo di ritenere che all’interno dello stabile fossero detenuti illegalmente armi e strumenti di offesa, desunto da quanto occorso al dr. Leonardo LUCCONE e dal personale da lui dipendente, nonché dalla ricognizione subito dopo effettuata dal Dirigente della DIGOS, dr. BORASO, come documentato negli atti allegati. L’operazione ha avuto luogo alle ore 23:30 circa, dopo che il personale operante, vinta la resistenza degli occupanti, aveva provveduto ad immobilizzare le numerose persone presenti nell’edificio, consentendo così l’accesso e l’avvio dell’attività agli scriventi. Una volta entrati nello stabile una ragazza in sospetto di reato era intenta ad occultare un disegno di natura eversiva sotto la tovaglia sita in cucina. Un’altra occupante dello stabile, in concorso di reato, ha subitamente aggredito il proprietario dello stabile strappando dalle di lui mani un telecomando e ingaggiando un contenzioso verbale. Sentitosi minacciato costui si è recato in cucina per aggredire l’altra giovane la quale era intenta a scrivere motti inneggianti la rivolta familiare. Nel corso delle operazioni è stato sequestrato il sottoelencato materiale:
    n. 2 bottiglie contenente liquido non identificato, (cosiddetto “vino”); a tal proposito si fa rilevare che le bottiglie si trovavano nella sala da pranzo ubicata al pian terreno;
    n. 7 coltelli da cucina, marca Alessi, modello “Barillari” manico in legno di varie dimensioni;
    n. 4 contenitori per sostanze lacrimogeni e/o urticanti (cipolla e peperoncino) del tipo usato dalle Forze di Polizia;
    n. 1 tovaglia bianca con effigiato in giallo diversi limoni;
    n. 1 disegno di circa 1,5 metri di lunghezza con sfondo bianco ed effigie in rosso riportante la frase “vorrei la stima di papà” e scritta bicolore nera e rossa su sfondo bianco “papà perché fai così” seguita da una punto interrogativo;
    n.9 magliette nere delle quali diverse riportanti scritte inneggianti alla resistenza, alla violenza e contro lo Stato tra le quali “Maurizio Ceccato è morto”;
    una pettorina di colore giallo riportante la dicitura “ufficio stampa”;
    un’agenda di colore blu contenente la cartina topografica di Roma con riportate a penna indicazioni sulle zone della città interessate allo scouting;
    A carico della cittadina Italiana Ester, sono stati sequestrati: n. 1 telecomando; n. 2 anfibi borchiati; n. 1 parrucca di colore castano scuro a foggia di capigliatura spettinata; n. 8 orecchini. È stato inoltre rinvenuto uno zaino contenente varia documentazione, anche di natura cartacea (tra i quali progetti in .qxp), che farebbero supporre il possesso del citato materiale da parte di tale Ester, verosimilmente cittadina italiana.
    Si dà atto che le attività di sequestro avevano termine intorno alle ore 7:00 odierne e che al momento dell’accesso varie parti della struttura presentavano evidenti segni di problematiche familiari.
    Il presente atto, chiuso alle ore 8.30 circa, viene letto, confermato e sottoscritto dai verbalizzanti e redatto in triplice copia.

    Michela

  7. anonimo 8 gennaio 2008 a 17:57 #

    verbale di polizia

    La signorina xxx, ogni volta che si trovava in presenza del padre, cambiava espressione e atteggiamento, si potrebbe asserire che si trasformava in un’altra persona. I disegni, le parole, i concetti e le riflessioni della signorina in questione non avevano più alcuna rilevanza al cospetto dell’autorità paterna. Persino le sue certezze, o quelli che la signorina riteneva essere dei punti di riferimento sicuri, tra cui spiccavano gli scrittori da lei studiati, Leopardi, Kafka, Conrad, assumevano dei confini labili; la signorina non rappresentava più il tema migliore svolto in classe, né la risposta giusta durante un’interrogazione. Non era niente. La suddetta signorina temeva a tal punto il padre che ogni volta che lo incontrava diventava succube, si sottometteva a lui, mostrandosi servizievole e pronta ad esaudire ogni sua richiesta, in silenzio, senza neanche chiedersi se fosse giusto o meno quello che stava facendo: lo faceva e basta, perché le cose stavano così e non c’era da discutere. La signorina di cui sopra aveva un’amica, la quale si era accorta del dominio che il padre esercitava sulla figlia e della paura che la quest’ultima nutriva nei confronti del genitore, e da una parete avrebbe voluto aiutarla a ribellarsi, ma di fatto, invece, non avendo lei paura di un uomo che non era suo padre, approfittò della debolezza della signorina xxx per adescare il padre. Fu così che iniziò a insidiarsi nelle loro vite, cercando ogni occasione per poter parlare con il padre della suddetta signorina: lo disturbava mentre l’uomo guardava la televisione, sottoponendogli infiniti quesiti per cui pretendeva, ovviamente, di ricevere delle risposte. La ragazza non aveva un aspetto molto presentabile: i capelli erano arruffati, i vestiti logori e strappati, le orecchie bucate da cerchi di metallo, dava l’impressione di una ragazza eccentrica. Invece, la signorina xxx se ne stava in disparte, lontana dagli sguardi altrui, in un angolo della casa, indossando una semplice felpa rossa sopra a un paio di jeans, ai piedi un paio di normali scarpe da ginnastica, i lobi privi di orecchini, con una faccia pulita da ragazza perbene. Nonostante queste eclatanti differenze, e tenendo conto della rigidità dell’uomo, l’amica della signorina xxx, contrariamente ad ogni aspettativa, riuscì ad attirare le attenzioni del padre di quest’ultima.

    stefania

  8. anonimo 9 gennaio 2008 a 19:25 #

    La cena ha avuto luogo in casa del signor G.P. Erano presenti il signor P., sua moglie, la figlia quindicenne e un’amica di lei. Il signor P. era rientrato verso le sette dal lavoro. Mentre la moglie preparava la cena e le ragazze finivano di studiare, il signor P. sedeva in salotto davanti alla televisione. Niente segnalava qualcosa di anomalo nel suo comportamento. Verso le otto di sera i quattro si sono seduti a tavola e hanno cominciato a mangiare. Il signor P. ha seguito con interesse il telegiornale. La moglie riferisce che aveva molto appetito. Durante la cena la figlia sembrava imbarazzata, a quanto riferisce l’amica aveva molto timore della reazioni del padre, spesso verbalmente violente. Nel corso dell’interrogatorio ha dipinto la ragazza come molto studiosa, amante della lettura e della pittura. Una giovane timida e ubbidiente, apprezzata dagli insegnanti e dai compagni di scuola. Quella sera indossava un paio di jeans, una felpa rossa e un paio di scarpe da tennis. L’amica al contrario è una giovane sbandata, con gravi problemi familiari. Secondo una prima indagine pare che la giovane frequenti cattive compagnie e che faccia saltuariamente uso di droghe. Il suo aspetto è sempre trasandato, ha molti piercing alle orecchie, come vuole la moda del momento, porta sempre abiti sdruciti, pantaloni strappati. Pare che il suo rendimento scolastico sia scarso. Nonostante questo i signori P. vedevano di buon occhio l’amicizia tra le due adolescenti tanto che spesso l’amica si fermava a cena da loro. Però il signor P. non permetteva che le due ragazze si frequentassero al di fuori, pare temesse che la figlia fosse coinvolta nei giri loschi della giovane. Quella sera, riferisce ancora l’amica, mentre cenavano, il signor P. non sembrava teso, aveva risposto alle sue domande e aveva chiacchierato piacevolmente con lei, senza però rivolgere la parola alla figlia e alla moglie. La conversazione verteva sulla scuola. Il signor P. sembrava interessato al rendimento scolastico della giovane ma non ha fatto cenno ai problemi familiari che la affliggono da anni. A quanto pare la cena è durata a lungo. La ragazza ha sottolineato più volte il fatto che l’amica si comportasse come una “bestiolina intimidita e servizievole” (parole testuali), tanto che la ragazza si era molto arrabbiata. Confessa di aver provato in quel momento una profonda voglia di rivalsa, perché l’amica, da sempre la migliore, si trovava in difficoltà. Questo era il motivo che la spingeva a riempire di domande il padre di lei. Forse questo eccesso di domande ha contribuito a innervosirlo, scatenando la violenta reazione di cui successivamente hanno subito le conseguenze la moglie e la figlia.

    Eleonora

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